Il mistero della progettazione degli Horti leonini. Diomede Leoni fu ideatore e progettista dei suoi Horti?

Il mistero della progettazione degli Horti leonini. Diomede Leoni fu ideatore e progettista dei suoi Horti?

Diomede Leoni  era un uomo di umili origini ma dalla mente brillante che  grazie all’ ambizione e alla cultura riuscì ad emergere al di là della sua classe sociale. Figlio illegittimo del notaio Cristofaro Francesco Del Fuoco nasce a San Quirico nel 1514. Lavora e studia presso il vescovo Piccolomini di Pienza che successivamente  gli trova un impiego presso il vaticano. Nel 1522 ottiene in usufrutto dal padre un pezzo di terra a San Quirico d’Orcia che corrisponde ad una porzione degli Horti leonini. Nonostante il legame con il paese natale Leoni trascorre la maggior parte della sua vita matura  a Roma impiegato presso la corte del cardinale Luigi Cornaro. Vivendo a Roma si avvicina molto agli ambienti del Vaticano e nel 1560 assiste al cantiere della Basilica di San Pietro  sotto la direzione  di Michelangelo. Le lettere di Leoni raccontano di come lui facesse parte del mondo artistico del tempo e dei suoi rapporti di amicizia con importanti artisti e architetti del Vaticano. In questo periodo  inizia a maturare l’idea della costruzione di un giardino nella sua proprietà di San Quirico d’Orcia ma non disponendo di risorse finanziarie sufficienti per costruire anche  una villa sceglie di realizzare un giardino aperto a tutti. Quando nel febbraio 1564 Michelangelo, senza portare a termine la costruzione della Basilica di San Pietro, si trova ormai in fin di vita, si riuniscono intorno a lui i sui migliori amici: Daniele da Volterra, Tomaso Del Cavaliere e Diomede Leoni. Un anno dopo la morte di Michelangelo, Leoni torna a San Quirico per un soggiorno particolarmente lungo e probabilmente nel periodo 1567-1568 inizia a costruire i suoi Horti. Diomede Leoni non fu il progettista del suo giardino ma ebbe bisogno della mano di un artista particolarmente abile. Vista la stretta amicizia fra Leoni e Michelangelo in quel periodo è lecito chiedersi quanto Michelangelo possa aver partecipato al progetto. La frequentazione con Michelangelo in quel periodo fu assidua poiché Leoni aiutava il maestro a scrivere lettere, contratti e a tenere  rapporti con il Vaticano. In cambio del suo aiuto Michelangelo potrebbe aver disegnato un primo abbozzo del giardino poiché era  un artista generoso con gli amici e non era insolito a questi gesti. Nel 1577 all’età di 63 anni Leoni affigge una targa sulla facciata della piccola chiesa di Santa Maria  :<< Diomede Leoni ritenendo che il pensiero della morte sia utilissimo per concludere meglio la vita pose questa lapide a se stesso da vivo all’età di 63 anni nel 1577. Visse ancora anni....mesi… giorni....>>.Aveva predisposto la lapide nella speranza che qualcuno la completasse con la data della sua morte ma nessuno ha mai esaudito il suo desiderio. Si suppone che Diomede Leoni sia morto nel 1590 dopo aver realizzato il sogno di creare un giardino pubblico lungo la Via Francigena capace di accogliere e ristorare  visitatori e viandanti e ricordare per sempre il suo nome.